Da una nave sempre più lontana
Cade silenziosa una bottiglia,
Poi il solitario vetro si allontana,
Perché la risacca se lo piglia,
Forse raggiungerà la vostra spiaggia,
Contiene arrotolata una poesia,
Ma intanto silenziosa viaggia,
Ancora l'acqua se la porta via,
Giunge da voi nella sua timidezza,
Portando qualche rima fatta in dono,
Ha già ricevuto una carezza,
Ché un foglio dentro dice chi io sono,
E com'è stato che in questo momento,
Il cuore leso e l'animo spezzato
Al più aspro limite mi sento,
E soprattutto non mi credo amato;
Non son che la metà di quel che ero,
Forse nemmeno questo mi è rimasto,
Ché una volta agivo ed ora spero,
E d'ogni sogno il mio futuro è guasto,
Mi sento brancolare nella notte,
Tra fioche stelle nella vòlta bruna,
Ed i pensieri son come mignotte,
Stringentimi alla luce della Luna,
Su una nave strana qui mi trovo,
Circondata è da miraggi ed illusioni,
Ma naviga tra crudo scoglio e rovo,
E toccandole distrugge le visioni,
Non è rimasto più nessuno scopo
Ad un viaggio ch'è ormai privo di senso,
Di cui è triste il prima e vuoto il dopo,
Ché non ha più né mèta né compenso,
Il cuor che rincuorato ancor s'accòra,
Per un émpito di gioia balzò in petto,
Ma solo per soffrire in altra ora,
D'una rabbia, d'un dolore o di dispetto,
Questa è l'esistenza un po' di tutti,
Accalcàti nella stessa imbarcazione,
Tra piccole delizie e grandi lutti,
Lo stesso porto è l'ultima stazione.
Cosa rimane della nostra vita ?
La specie, certamente, che va avanti,
Costruendo quella strada ch'è infinita,
Di cui siamo un tassello tutti quanti.